Qualche giorno fa stavo leggendo un interessantissimo articolo di Daniel Goleman, il padre dell’Intelligenza Emotiva, sulle finalità, sui perché delle aziende.
Secondo diversi studi, sembra che il mondo del business si stia muovendo sempre più verso quella che Goleman nel suo articolo chiama “Purpose Economy” ossia un’economia di obiettivi.
Il “PERCHE’” delle aziende sta ricoprendo un ruolo sempre più importante rispetto al “COSA” o al “COME”.
Anche i consumatori confermano questo trend: le aziende con un forte PERCHE’, le aziende cioè in cui il consumatore si può identificare in quanto a scopi e finalità, sembrano avere clienti più fedeli rispetto alle altre.
Se ci fermiamo un attimo a riflettere, il motivo è chiaro.
Prendiamo il celebre esempio della APPLE: negli anni passati, le campagne pubblicitarie di questo colosso si sono focalizzate esclusivamente nel creare un’identità. Non era tanto cosa facesse un MAC ma PERCHE’ lo facesse; di conseguenza, coloro che acquistavano i MAC erano persone che condividevano gli stessi obiettivi (facilità d’uso, creatività, ecc.).
Altri esempi sono le compagnie fortemente e storicamente impegnate nell’ambito sociale o ecologico.
Tutte queste compagnie hanno in comune un obiettivo palese; l’obiettivo viene perseguito in tutte le politiche aziendali; tutta l’attività ruota intorno ad esso e all’interno c’è una forte cultura d’impresa; per tutte queste compagnie, le persone sono il perno su cui ruota tutto il lavoro, perché solo attraverso le persone gli obiettivi possono essere condivisi e raggiunti.
D’altro canto, visto che questo è il trend, diverse aziende stanno abbracciando tale percorso nel modo sbagliato, facendone un mero strumento di marketing. Questo spesso ha conseguenze impreviste e molto negative nel momento in cui risulta chiaro il disallineamento tra l’obiettivo dichiarato e le azioni quotidiane, tra quello che dichiaro e quello che faccio.
Annaspare nelle sabbie mobili non ha senso. Fermati a chiederti il perché ed abbi il coraggio di darti delle risposte oneste, perché quelle stesse domande prima o poi te le faranno i tuoi dipendenti e i tuoi clienti.