In questi ultimi anni il fenomeno dell’ansia è dilagato a tal punto da contagiare anche i più piccoli: non solo gli adolescenti ma anche i pre-adolescenti ed i bambini sotto i 10 anni ne soffrono.

Un recente articolo apparso su MindShift fa luce su questo aspetto, riportando l’opinione di Katherine Reynolds Lewis, giornalista, genitore ed educatrice oltre che autrice di libri sul ruolo genitoriale.
Secondo la Lewis, parte del problema – manco a dirlo! – siamo noi genitori.
I bambini di oggi sono molto diversi da quelli di una volta nel fatto che vengono sorvegliati di più: una volta si giocava con bambini di diverse età, si girava per il quartiere non costantemente sorvegliati dai genitori, si risolvevano le dispute in autonomia, ci si gestiva il proprio tempo ed i giochi – tutti aspetti di un’autonomia sana che oggi è sparita. Sparita l’autonomia, spariscono anche le competenze sociali ed emotive che andavano di pari passo con essa, ed ecco fiorire l’ansia, la paura, l’incapacità di fidarsi di se stessi.

Un altro elemento ansiogeno è la corsa al miglior voto.
Il voto di per sé è già un elemento deleterio rispetto all’autostima del bambino, ma se ci aggiungiamo l’aiuto dei genitori nel fare i compiti – e per aiuto intendo quando il genitore non permette al proprio figlio di sbagliare -, la chance di imparare veramente una lezione sparisce.

In tutti questi casi, sarebbe meglio lasciare il bambino o l’adolescente alla guida: lasciargli provare, lasciarlo sbagliare, farlo provare a gestire il tempo e il lavoro da fare.
Questo non solo è un modo per responsabilizzarli ma anche per motivarli e renderli più sicuri di sè.