Sono sempre stata convinta che quello che conta in un’azienda sono le persone: anche in aziende in cui l’automazione raggiunge livelli altissimi, le decisioni vengono comunque prese dalle persone – a partire dal titolare o dai titolari, i quali a mio avviso sono come dei papà o delle mamme che guidano e danno l’esempio ai propri “figli”, i dipendenti.
Se questo è vero, è chiaro come alcune aziende siano vincenti e altre no, o come alcune aziende abbiano dipendenti felici e altre no: dipende tutto dal papà e dalla mamma.
Di recente, ho letto un interessantissimo articolo di Emiliano Pecis su IlSole24ore in cui si parla di leadership: egli cita alcune ricerche che hanno scientificamente dimostrato l’importanza dell’umiltà rispetto al carisma come caratteristica dei leader e in questo mi sono sempre trovata assolutamente d’accordo.
Una caratteristica che accomuna molti CEO, manager e proprietari d’azienda è l’egocentrismo: il dare per scontato di sapere, di non aver bisogno di partecipare alla formazione dei sottoposti o il non prendere in considerazione i suggerimenti.
Talvolta l’egocentrismo è più sottile, coperto da una maschera di finto ascolto o finta apertura, che cade non appena viene chiesto al capo di prendere in considerazione una proposta diversa da quella che egli aveva in mente – d’altronde, si sa, il pesce puzza sempre dalla testa…
Al contrario, il leader umile, per citare la metafora nell’articolo di Pecis, è quello che guarda dalla finestra quando ci sono da dare meriti (guardando quindi ai collaboratori) e si guarda allo specchio quando c’è da fare autocritica.
E l’umiltà, secondo le ricerche, sembra che paghi: questo sembra essere l’elemento alla base della trasformazione di aziende “buone” in aziende “eccellenti”, anche e soprattutto dal punto di vista del profitto.
In altre parole, un’azienda che perde dei talenti o dei validi collaboratori per l’ego del management è un’azienda destinata a fallire. Un management in grado di comprendere i propri limiti e di accettare i consigli dei collaboratori e sottoposti, invece, è in grado di raggiungere l’eccellenza con maggiore facilità.