L’immagine che trovate in questo articolo è un grafico in cui l’asse verticale rappresenta il numero di ore dormite e l’asse orizzontale il PIL del paese in oggetto. E’ semplice a questo punto trarre le ovvie conclusioni: salvo rare eccezioni, i paesi i cui abitanti dormono di più sono più ricchi rispetto ai paesi i cui abitanti hanno problemi di insonnia o comunque dormono poco.
Secondo quanto si apprende dal World Economic Forum, la perdita di sonno non è solo un problema individuale ma è anche un ostacolo che impedisce al paese di crescere. In effetti, secondo la Rand Corporation, gli Stati Uniti perdono l’equivalente di 1,2 milioni di giorni di lavoro a causa dei lavoratori che non dormono a sufficienza, il che corrisponde a una perdita di circa 411 milioni di dollari all’anno e il 2,28% del PIL. In Germania si perdono circa 200mila ore di lavoro, corrispondenti a 60 milioni di dollari e 1,56 punti di PIL persi, mentre in Inghilterra si perdono circa le stesse ore di lavoro che in Germania con una perdita di 50 milioni di dollari e 1,86 punti di PIL.
Il fatto che piccoli miglioramenti nelle ore di sonno possano portare a grandi guadagni in termini economici è stato per molti paesi un brusco risveglio alla realtà, al punto che lo scorso anno il CEO di Crazy (una wedding company giapponese), Kazuhiko Moriyama, ha annunciato un bonus in denaro per i dipendenti che avessero dimostrato di dormire almeno 6 ore per notte – in Giappone il problema dell’insonnia e del karoshi (morti causate da mancanza di sonno) è largamente e tristemente noto.
(Immagine: Matt McLean / Sleep Cycle / IMF / The Economist)