E’ normale diventare grandi e perdere l’abitudine al gioco; forse chi diventa genitore ritorna a giocare un po’ di più, ma in generale con l’età adulta il ruolo del gioco viene meno.

Eppure numerose ricerche hanno dimostrato, dati alla mano, quanto educativo, ricreativo e motivante possa essere il gioco anche per gli adulti.
E in molti l’hanno capito: a San Francisco, ad esempio, è nata un’associazione, SF GAMES, che si incontra settimanalmente per giocare. Tutti i giochi proposti, dai giochi di carte a quelli di strategia, sono inclusivi (ossia non giochi come ad esempio il Monopoly in cui ad un certo punto un giocatore viene estromesso dal gioco) e questo gruppo, che esiste da circa un ventennio, è cresciuto esponenzialmente negli anni.

Nel suo libro “Play”, l’autore e psichiatra Stuart Brown paragona il gioco all’ossigeno. Egli infatti dichiara “… il gioco è intorno a noi ma spesso passa inosservato o non apprezzato, almeno fino a quando non ne sentiamo la mancanza…”
Il Dottor Brown ha passato decine d’anni a studiare il ruolo del gioco nella società, analizzando i suoi effetti su prigionieri, uomini e donne d’affari, premi Nobel, arrivando a collezionare più di 6000 casi studio sul gioco.
Giusto per citarne degli esempi, il Dottor Brown ha dimostrato come la mancanza di gioco sia un fattore importante tanto quanto altri nel predire il comportamento criminale tra gli assassini nelle prigioni del Texas; ha osservato come il gioco sia uno dei fattori principali che riuniscono le coppie in crisi amorosa; ha affermato il ruolo del gioco anche tra stranieri come fonte di connessione profonda – in un ospedale americano in cui lavoravano i clown dottori, un paziente straniero che non conosceva la lingua è stato in grado di sentirsi meglio grazie anche al gioco coi cuscini e alle risate sulle espressioni buffe dei clown.

Naturalmente, da questo elogio al gioco sono esclusi i giochi d’azzardo: in quel caso entra nell’equazione un fattore, la dipendenza, che ottiene invece i risultati opposti a quelli che il gioco sano, inclusivo ed educativo facilita.

Concludo con due citazioni fondamentali quanto veritiere sul gioco:
“Puoi scoprire di più su una persona dopo un’ora di gioco che dopo un anno di conversazione” (Platone)
“L’opposto del gioco non è il lavoro, è la depressione”(Brian Sutton-Smith)