Ognuno vive la realtà in maniera diversa, secondo i propri credo ed i propri princìpi – è per questo che spesso abbiamo opinioni diverse sulle cose.
Da questa settimana, la rubrica del venerdì avrà come titolo “DA CHE PARTE STAI?”: affronteremo temi particolarmente scottanti, che stanno a cuore a molti, e sui quali tutti abbiamo un’opinione. Il mio scopo è come minimo quello di far riflettere tutti sui diversi punti di vista che si possono avere… poi se volete dire la vostra sull’argomento, scrivete pure un commento qui sotto!

Questa settimana parleremo del giusto equilibrio tra vita privata e lavoro.
Il lavoratore ideale, per il titolare di un’attività imprenditoriale, è quello che si butta sul lavoro con entusiasmo ed energia, senza nemmeno rendersi conto che la giornata è volata.
Il dibattito su quante ore sia giusto lavorare divide il mondo in almeno due parti: chi dice che il lavoro è tutto e chi dice invece l’esatto contrario.

Tra i sostenitori del lavoro ad oltranza, troviamo il co-fondatore del gigante tecnologico Alibaba, Jack Ma, il quale sostiene che i giovani dovrebbero ritenersi fortunati di poter lavorare 12 ore al giorno, 6 giorni la settimana. “In che altro modo potresti raggiungere il successo?”, dichiara Ma.
In effetti, senza spingersi per forza in Cina, anche in Occidente molte professioni sono soggette a orari di lavoro molto lunghi: si pensi ai tirocinanti in ospedale – negli Stati Uniti passano in ospedale fino a 80 ore a settimana – oppure ad alcuni studi legali in cui è richiesto un monte ore di 1200 ore l’anno, o ai creatori di startup che spesso devono lavorare senza sosta per far partire la propria azienda.

Alcune aziende, invece, hanno intrapreso la strada contraria, ritenendo che i propri dipendenti possano essere maggiormente produttivi se hanno del tempo libero da impiegare come vogliono. E’ il caso di Basecamp, un’azienda tecnologica statunitense che ha ridotto l’orario di lavoro a 32 ore a settimana, oppure di Patagonia, il produttore di abbigliamento e attrezzatura per l’outdoor, che permette ai propri dipendenti di prendersi un venerdì libero ogni due e di stabilire i propri orari di lavoro.

Alcune ricerche depongono a favore di quest’ultima tendenza: un team di ricercatori australiani ha studiato l’impatto sulle funzioni cognitive di poche versus molte ore di lavoro su oltre 6000 uomini e donne, scoprendo che le performance migliori si ottengono con 25 ore lavorative a settimana.

Dall’altra parte di nuovo Jack Ma, il quale afferma “chi lavora molte ore ha sicuramente scoperto la propria passione, che va oltre il guadagno economico”.

E tu, da che parte stai?