Benché spesso non ci si faccia caso, i luoghi comuni sono diventati una parte importante delle nostre vite e condizionano il modo in cui viviamo; mentre, però, alcuni luoghi comuni sono innocui per la nostra felicità (es. “non ci sono più le mezze stagioni”), altri influenzano pesantemente (e, spesso, erroneamente) le nostre scelte.
Nell’ultima settimana di questa rubrica faremo il punto sul luogo comune per eccellenza, quello che un po’ raccoglie e sintetizza tutti gli altri: “è così, cosa ci posso fare?”
Io sono convinta, come ho detto la settimana scorsa, che il mondo sia una fonte inesauribile di opportunità; ne sono convinta perché lo vedo e lo sperimento tutti i giorni.
Sono sicura che molti non saranno d’accordo con me: c’è chi pensa invece che viviamo in un periodo di crisi quindi non ce n’è abbastanza per tutti; c’è chi ritiene che sia meglio non lasciare la strada vecchia per quella nuova; c’è chi ritiene che i sogni debbano rimanere tali, mentre la realtà è un’altra cosa.
Già questo dovrebbe farci riflettere su un dato: la realtà non è la stessa per tutti, ognuno la vede alla sua maniera.
Questo ragionamento, sul quale peraltro mi trovo completamente d’accordo, è però in antitesi con il luogo comune di oggi: se io vedo opportunità ovunque e un altro no, significa che ci sono entrambe le cose al mondo, quindi il mondo non “è così” ma “è come lo vedo”.
Come ha detto Fred Kofman, illuminato professore della MIT, “non parliamo di quello che vediamo ma vediamo quello di cui parliamo”. Se ci sforziamo a parlare diversamente, anche il nostro mondo e la nostra visione del mondo cambierà.