Benché spesso non ci si faccia caso, i luoghi comuni sono diventati una parte importante delle nostre vite e condizionano il modo in cui viviamo; mentre, però, alcuni luoghi comuni sono innocui per la nostra felicità (es. “non ci sono più le mezze stagioni”), altri influenzano pesantemente (e, spesso, erroneamente) le nostre scelte.

Questa settimana partiremo con una domanda: quante brutte figure avete fatto nella vostra vita?
Per quello che mi riguarda… molte!

Ogni tanto si fa brutta figura inconsapevolmente: quando chiediamo ad una donna se è incinta e invece è solo un po’ ingrassata, quando non vediamo una persona da molto tempo, chiediamo come va il suo matrimonio e scopriamo che si è separata, quando ci mettiamo ad urlare in un locale pubblico e tutti ci guardano, ecc.

Spesso però la paura di fare “brutta figura” si spinge oltre, impedendoci di fare delle cose a cui teniamo: fare una domanda per capire meglio un argomento, chiedere ad una persona di uscire insieme, proporsi per un lavoro …
Il concetto di brutta figura è qualcosa che appartiene più a noi che agli altri – siamo noi i più severi giudici di noi stessi – ed è anche in un certo qual modo dettato dalla volontà di apparire sempre secondo quello che pensiamo la società si aspetti da noi: sicuri, brillanti, vincenti.

Ebbene, mi dispiace deludervi ma ho due notizie per voi: 1) agli altri in generale non interessa se siamo sicuri, brillanti e vincenti o meno; 2) siamo tutti uguali, quindi tutti abbiamo avuto momenti di sicurezza e momenti di insicurezza.

Prima ci rendiamo conto che siamo tutti sulla stessa barca, prima ci scrolleremo di dosso questi “credo” che hanno l’unico risultato di ostacolare proprio quella brillantezza e quell’intelligenza che dimostreremmo se solo ci permettessimo di dimostrarci vulnerabili, talvolta.