Secondo quanto riporta una notizia dell’ANSA, uno studio condotto dai ricercatori della Portland State University e della Università dell’Illinois (pubblicato sulla rivista Occupational Health Science) ha dimostrato come la maleducazione dei colleghi ce la portiamo fino a casa e può influenzare non solo il nostro sonno ma anche quello del partner. 
Questo perché quando uno dei due coniugi ha a che fare con l’inciviltà sul posto di lavoro, a casa tende a rimuginare di più ed esplicita questo suo malessere attraverso i sintomi dell’insonnia. Così, non riesce ad addormentarsi o, quando lo fa, si trova a svegliarsi nel cuore della notte. Lo studio ha esaminato anche i problemi del sonno nel partner e ha riscontrato come possa essere anche lui direttamente interessato, ma solo se la coppia lavora nella stessa azienda o se svolge la stessa professione.

La cosa più interessante che ho trovato in questa ricerca è quello che non viene esplicitamente detto, ossia che puntare il dito non serve. Infatti, la consapevolezza di avere un collega maleducato, che sia “colpa sua”, non basta a farci stare bene. 
Come dico sempre: se vogliamo trovare una soluzione, partiamo da noi stessi, cerchiamo delle strategie a partire da noi.

I ricercatori, a conclusione di questa ricerca, suggeriscono alle imprese di promuovere politiche basate sulla tolleranza, anche attraverso una opportuna formazione. Trovo quest’idea un inutile antidolorifico: servono leadership, chiarezza e buon esempio dati dal vertice delle imprese per poter realmente creare un team di lavoro rispettoso e produttivo.