Secondo quanto si legge su curioctopus.it, tutti noi giudichiamo una persona appena conosciuta sulla base di due criteri. 
Questo è il risultato di una ricerca condotta dalla professoressa di Harvard Amy Cuddy. In realtà il fatto di ridurre a così poco l’impressione su una persona risale alla preistoria ed è un meccanismo che risiede dentro di noi da allora: a quei tempi, infatti, questi due criteri erano fondamentali per la sopravvivenza

– Posso fidarmi di questa persona?
– Posso rispettare questa persona?

Da un lato, si valutano la fiducia e la competenza di chi si conosce per la prima volta; dall’altro, fiducia e competenza rappresentano l’impressione che vogliamo dare quando vogliamo fare una bella figura con qualcuno che ha importanza per noi.

Mentre nella preistoria la fiducia risultava essere l’elemento preponderante (l’uomo delle caverne doveva potersi fidare del fatto che l’altra persona non lo avrebbe derubato o lo avrebbe aiutato in caso di difficoltà), oggi la bilancia pesa di più sull’elemento competenza: vogliamo apparire preparati e competenti e vogliamo persone preparate e competenti al nostro fianco.

“Il problema sta proprio qui” afferma la dottoressa Cuddy. “Dare priorità alla competenza piuttosto che alla fiducia scoraggia il formarsi di relazioni e legami, compresi quelli in cui la competenza è un aspetto importante. D’altro canto, se ci dimostriamo competenti ma non affidabili, prima o poi la relazione verrà meno.”