In questo periodo sto tenendo diversi corsi di Mindfulness per bambini; tra i vari gruppi, me n’è capitato uno davvero tosto, per il quale ho riadattato il mio programma già un paio di volte, con scarsi risultati.

La committente del corso, con la quale mi confronto settimanalmente, mi ha espresso i suoi dubbi sull’efficacia (per questo gruppo) del metodo, e a quel punto ho sentito quella sensazione così familiare di fallimento che tanto avevo provato in passato e che mi aveva soggiogato per lungo tempo qualche anno fa, paralizzandomi. E’ come se qualcuno mi avesse detto “lascia perdere, non ce la puoi fare, non c’è modo”.

Sono tornata a casa delusa e amareggiata e proprio per questo ho deciso di fermarmi 10 minuti a meditare. E’ stata una delle meditazioni più belle della mia vita: era come se qualcuno mi stesse consolando e allo stesso tempo mi stesse dicendo “se non puoi superare l’ostacolo, giragli intorno”. Ho riaperto gli occhi con un’idea in testa, e la sto sviluppando per riuscire a girare intorno all’ostacolo.

Non so se questa sarà la chiave del successo con questo gruppo o meno; non so se dovrò riadattare il corso altre volte; quello che so è che voglio fare di tutto per aiutare questi bambini, e con questo obiettivo in testa, non desisterò solo perché ho incontrato una difficoltà nel percorso.

Grazie ai bambini perché con la loro caparbietà mi stanno insegnando ad essere caparbia; grazie agli adulti perché con i loro dubbi mi spingono a fare di più e meglio.