Secondo un articolo apparso su Education Week (edweek.org), i datori di lavoro negli Stati Uniti affermano di far fatica a trovare lavoratori con buone capacità oratorie. E’ vero anche che pochissime scuole elementari e medie negli States insegnano a padroneggiare questa abilità, e ovviamente questo va a svantaggio dei ragazzi giovani che faranno più fatica a trovare lavoro.

In un sondaggio effettuato lo scorso Agosto, la maggior parte dei dirigenti e manager di aziende hanno affermato che una buona capacità comunicativa è la qualità che più cercano nei candidati. “Non esiste un’attività in cui non ci sia comunicazione orale”, afferma Lynn Pasquarella, presidente dell’Associazione Americana dei College e delle Università, che ha condotto il sondaggio intervistando 500 dirigenti e 500 responsabili delle risorse umane.
“Questa capacità è presente in ogni requisito richiesto dai datori di lavoro che cercano personale, ma non è presente in alcuna lista delle abilità fondamentali compilata dagli insegnanti”, aggiunge Erik Palmer, un insegnante con ventennale esperienza di insegnamento ed ora un consulente che aiuta le scuole a sviluppare programmi sulla comunicazione orale degli studenti.

Ci sono comunque delle eccezioni a questo divario tra scuola e lavoro:
1) La preparazione per la carriera nel mondo del lavoro è fondamentale e centrare per Melanie Dever, insegnante di matematica e scienze presso la scuola media Mill Creek di Dexter, Michigan. Avendo lavorato come ingegnere automotive prima di insegnare, la Dever ha imparato la lezione sulla propria pelle. Il suo capo pretendeva presentazioni corte e molto incisive, cosa che prima dell’Università non le era mai stata insegnata. “E’ fondamentale imparare, ad esempio, come presentare efficacemente dei risultati poco brillanti dell’azienda in un determinato trimestre al consiglio di amministrazione”, ha aggiunto Dever.
2) E’ raro, come abbiamo detto, che le abilità comunicative vengano insegnate nelle scuole in un modo orientato al mondo del lavoro. Ci sono però delle aziende che hanno preso a cuore questa mission, come la DTE Energy, una compagnia energetica di Detroit. Ogni estate, l’azienda accoglie 90 studenti in stage allo scopo di coltivare una nuova generazione di talenti. Alcuni di essi passano il tempo a fare da ombra agli operai e capi reparto, altri vengono inseriti negli uffici. Tutti ricevono formazione su come creare un curriculum e come fare una presentazione in powerpoint, ma viene data loro anche l’opportunità di imparare a comunicare attraverso un programma chiamato “Il discorso dell’ascensore”: gli studenti creano un discorso breve e potente per presentarsi ad un potenziale datore di lavoro e poi prendono gli ascensori della DTE molte volte al giorno, presentando la propria candidatura a chiunque salga o scenda con loro. “Nella vita reale, spesso non hai più di 90 secondi per spiegare chi sei”, afferma Tracy Di Santo, senior manager per le risorse umane della compagnia. “Questo programma insegna loro ad essere chiari, concisi e sicuri nel comunicare”.

La situazione italiana non è certo diversa da quella americana, eccezioni comprese. Quello che colpisce maggiormente è il divario tra mondo della scuola e mondo del lavoro: ogni parte può addurre tutte le scuse del possibili e immaginabili, ma se ci fosse maggiore impegno da parte di entrambi a costruire un dialogo efficace, il problema sarebbe già praticamente risolto.