Molti dicono che fare il genitore sia il mestiere più difficile del mondo: in realtà io credo che intrattenere delle buone relazioni con le persone che ci stanno a cuore sia impegnativo, e tra queste persone ci sono anche i figli.
C’è stato un giorno, durante questa settimana, in cui ho passato ore nella più totale frustrazione, non sapendo quale fosse la strada migliore da prendere per affrontare un problema che assillava mio figlio. La questione è semplicemente detta: lui vuole raggiungere un obiettivo e ha chiesto aiuto a me e a mio marito; noi pensiamo che lui debba agire in maniera diversa per raggiungere il suo obiettivo, ma dirglielo apertamente probabilmente lo farebbe rimanere male e questo forse peggiorerebbe le cose.
Di qui il dilemma: trovo un modo per indorare la pillola ma non so quanto efficace possa essere, oppure ti dico come la penso a costo di farti stare male? Nessun genitore vorrebbe veder soffrire il proprio figlio, ma in questo caso lui soffrirebbe sia se indorassi la pillola e poi le cose andassero male, sia se gli causassi io il dolore, dicendogli la mia verità.
Dopo, appunto, un pomeriggio di totale frustrazione, abbiamo deciso quanto segue:
1) invece che parlare noi, facciamo a lui delle domande per farlo arrivare, con i suoi ragionamenti ed il suo pensiero, alle sue conclusioni
2) i fatti parleranno da soli: se raggiungerà l’obiettivo, significa che è sulla buona strada, altrimenti rifletteremo nuovamente insieme su cosa secondo lui è andato storto e su come fare a rimettersi in carreggiata.
Non so se questa è la strategia giusta, non so se mio figlio raggiungerà il suo obiettivo, ma questa settimana ho imparato che fargli percorrere la sua strada invece che imporgli la mia gli permetterà di imparare la lezione meglio che non se gli avessi imposto il mio metodo e il mio pensiero.