Quante volte ci è capitato di navigare in internet in cerca di qualcosa per poi lasciarci distrarre da quello che vediamo? Oppure di prendere il telefono per mandare un messaggio e poi lasciarci distrarre dai messaggi che abbiamo ricevuto, tanto che ci dimentichiamo di mandare il messaggio per il quale avevamo preso in mano il telefono?

Dare la colpa alle mille fonti di distrazione di questo nostro mondo frenetico è facile, ma alla fine tutto sta a noi. E se gli esempi di prima sono insignificanti e magari non portano gravi conseguenze, ci sono cose da cui ci distraiamo che invece ci portano a perdere la strada sulla quale ci eravamo giustamente incamminati.

Questa settimana mi è capitato di confrontarmi con delle persone con cui collaboro, trovandole preoccupate per alcuni giudizi non propriamente positivi in merito a delle iniziative in corso. Fossi stata la Flavia di qualche anno fa, avrei sicuramente affrontato la questione di petto; la Flavia di oggi, invece, si ferma a riflettere ed ho capito in modo netto una cosa molto importante: quei giudizi, in quello specifico caso, erano la distrazione che ci avrebbe fatto perdere di vista il nostro obiettivo, il “perché” e il “per chi” facciamo quello che facciamo.

In altre parole, l’obiettivo è che tutti giudichino positivamente noi e le nostre iniziative o che noi facciamo il massimo per aiutare le persone con cui lavoriamo, con professionalità, amore e instancabile dedizione? (Il che non significa ignorare i feedback negativi ma semplicemente imparare da essi invece che farsi fermare o distrarre)

Dopo questo episodio, mi sono imposta di prendermi almeno 5 minuti la settimana per riguardare il mio obiettivo e condividerlo con le persone con cui collaboro: sono convinta che “ritararsi” su di esso ad intervalli regolari aiuti molto a non farsi distrarre e a mantenere la rotta.