Secondo uno studio apparso lo scorso maggio sul sito di Neuroscience, esiste una connessione tra socializzazione, aumento della memoria e riduzione del tasso di invecchiamento cerebrale.
“La nostra ricerca suggerisce che il solo fatto di avere un’ampia rete sociale può contrastare efficacemente l’invecchiamento cerebrale” ha affermato la ricercatrice capo Elizabeth Kirby, assistente di neuroscienze comportamentali e membro del Center for Chronic Brain Injury presso la Ohio State University. “Sappiamo che negli esseri umani esiste una forte correlazione tra la salute cognitiva e le connessioni sociali, ma non sapevamo se sono gli amici a preservarci o se le persone con una salute cerebrale in declino si ritirino spontaneamente dalla vita sociale”.
Lo studio è stato messo a punto proprio per indagare su questo punto.
Alcune cavie sono state fatte vivere a coppie, secondo un “modello della vecchia coppia”; altre sono state unite ad altri 6 coinquilini, situazione che facilita le “interazioni complesse”. Le cavie avevano dai 15 ai 18 mesi di età – a quel punto della loro vita, sopravviene in esse un naturale declino della memoria, è come se per loro fosse “l’età della pensione”.
Uno dei test consisteva nel riconoscere che un giocattolo, ad esempio una macchinina, era stato spostato di posto. Le cavie che vivevano a coppie non capivano che il giocattolo era stato spostato, mentre le cavie che vivevano in gruppo ricordavano molto meglio la macchinina e la cercavano fino a trovarla, ignorando l’altro giocattolo che era rimasto al solito posto (questo è un comportamento tipico delle cavie giovani o con una salute cerebrale ottimale).
In un altro esperimento, le cavie dovevano individuare quali dei numerosi buchi di fronte a loro fossero sicuri. Mentre le cavie che vivevano a coppie cercavano di esplorarli il più velocemente possibile, le cavie che vivevano in gruppo cercavano di ricordarsi quali fossero quelli sicuri. “E’ come cercare di percorrere un parcheggio il più velocemente possibile in cerca della propria auto oppure cercare di ricordarsi dove la si è parcheggiata”, ha commentato Kirby.
Una successiva indagine sulla materia cerebrale di entrambi i gruppi ha mostrato ridotti segni di infiammazione (indicatore biologico di una salute cognitiva in declino) in quella delle cavie che vivevano in gruppo.
“Le ricerche finora si erano concentrate sull’ambiente stimolante intorno alle cavie, ma questo studio fa un passo avanti esplorando gli effetti della sola socializzazione”, afferma Kirby. “Talvolta, il semplice scegliere di vivere vicino ad amici e parenti può fare la differenza per le persone anziane. Molte di esse infatti finiscono con l’essere isolate non per scelta ma per causa delle circostanze”.